L'aquila dove vivono gli scheletri nel cabinato del mare



Stiamo giocando agli arcade del mare anche se abbiamo i giochi sui telefonini, il 3ds e le console  a casa. Gli arcade del mare sono ancora belli, ci fanno pensare a delle cose passate, ci fanno pensare a un mondo antico e disabitato, guardiamo i cavalieri e i mostri di pixel, li guardiamo morire. Abbiamo fatto una raccolta di spiccioli così giochiamo di più. Dovremmo giocare tutti ma invece giocano solo quelli pù forti. Solitamente Sebastian Barsoldi è fortissimo e anche adesso gioca Sebastian Barsoldi. Lui usa il cavaliere, a noi di solito piace usare il nano, la donna non la usa nessuno, la usano solo le donne come Giulia, Chiara o Milena.
Sebastian Barsoldi sta sconfiggendo il terzo boss, è un’aquila gigante, un corpo gigante di aquila dove vivono tantissimi scheletri. Ci chiediamo cosa facciano gli scheletri tutto il giorno, a cosa pensino gli scheletri sull’aquila quando non c’è il cavaliere e non c’è Sebastian Barsoldi, quale malinconia, quale solitudine possano vivere, da dove venga quell’aquila e come sia entrata in contatto con il suo universo di scheletri.
Ucciderla è in qualche modo necessario, fa parte delle nostre lezioni, fa parte del nostro percorso, ucciderla è parte integrante del Circolino Crepuscolare. No non che non proviamo dispiacere o disperazione per l’aquila e gli scheletri, è solo che è necessario. Mentre l’animale gigante crolla sotto i colpi della spada di Sebastian Barsoldi noi ci immaginiamo un’aquila scheletro in un mondo di scheletri. Il ragazzino mostro sta uscendo dal mare. È vivo, dice uno di noi. Io non ho visto la testa emergere per almeno un’ora, dice un altro. È strano, dice Milena, però dovreste conoscerlo, dovremmo invitarlo a una delle nostre sedute.
Sebastian Barsoldi non dice niente, Sebastian Barsoldi continua a giocare. Il ragazzino in lontananza è un puntino nero e gocciolante sopra la spiaggia che adesso è deserta, sembra un mostro marino.