Come si legge quando sei piccolo - Palude, Estratto



Durante le stanche giornate assonnate, nelle sue lunghe notti dove il buio, come polvere, ricopriva ogni cosa, affacciato al finestrino dell'auto ad ascoltare il respiro lento del sonno profondo di quelle due creature con cui condivideva la vita, respirando il loro odore, l'umidità dei loro corpi, Teresio aveva trovato nella lettura una specie di amico segreto.
Leggeva quegli enormi libri di King, oppure racconti gotici e spaventosi che lo trasportavano in mondi oscuri, tra paletti, sangue e vampiri. Leggeva come si legge quando sei piccolo, è lì che il libro è qualcosa di vero e puro, lontano dalle cazzate della letteratura e dalle parole dei cretini. I ragazzini si trovano in mano questi strani oggetti, iniziano a leggerli a ci finiscono dentro, per loro esiste solo la storia, nessuno legge veloce come quando ha dodici, tredici quattordici anni, nessuna meraviglia è paragonabile alle meraviglie di un libro di cui non si sa niente quando del mondo non si sa niente ma si sa anche già tutto.


Quando sei piccolo i libri sono libri e la paura fa davvero paura e la meraviglia è meravigliosa e dentro i libri ci sono universi interi che ti rimangono dentro per sempre. 
Era così che alla luce della sua torcia, mentre Luisa e Roberto dormivano, mentre i loro respiri profondi si alzavano nella notte, lui illuminava le parole che diventavano mondi, divorava pagina dopo pagina con il cuore che gli batteva forte, poi chiudeva quel tomo rovinato, comprato in edicola o all'autogrill, respirava forte e si immaginava i mondi che aveva letto, per un momento allora i suoi sogni, da cupi presagi si trasformavano in straordinarie avventure.