La bambina cadavere, Fantasmi, estratto



“Le lessi le storie dei giornalini di mostri, e poi ci raccontammo delle altre storie inventate da noi. Quella notte era più felice, rideva, a un certo punto si alzò e si mise a fare finta di essere uno zombie che mi voleva mangiare.
Io risi tanto che mi venne il dolore alla milza e alla pancia. Poi però lei smise di colpo, sembrava stanca. La gamba, disse, mi fa male la gamba.
Si stese a terra e io mi avvicinai piano. Posso? Le chiesi, lei annuì seria.
Avvicinai il viso alla coscia bianchissima e non riuscivo a non guardarle in mezzo alle gambe. Portava solo le mutandine tutte sporche di terra, e io intravedevo qualcosa, quella cosa che non avevo mai visto ma che sapevo che avevano le donne. Diventai rosso, poi però questa elettricità nuova si trasformò di colpo in una cosa nera che mi saliva per la gola.
Le sue gambe si muovevano dentro. Ci poggiai il dito e sentii morbidissimo, poi bagnato.
il dito era entrato entrato nella carne e nella carne una infinità di cose più piccole si muovevano veloci sbattendoci dentro.
Vermi, dissi.
La bambina si mise una mano sulla bocca.
Mi resi conto che aveva cominciato a marcire.”